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Pregliasco: proteggersi con il vaccino anti-influenzale

La nuova stagione influenzale vedrà protagonisti virus più ‘insidiosi’. Sono in circolazione due nuove varianti dei virus, H3N2 – H1N1 che potrebbero colpire circa 6 milioni di persone.L’H1N1 nella fascia d’età pediatrica e l’H3N2 nella popolazione anziana possono sviluppare forme influenzali particolarmente severe con un rischio maggiore di complicanze. Gli altri virus in circolazione sono B/Colorado e A/Kansas che sono già noti dalle precedenti stagioni.Osservatorio Influenza come ogni anno si propone come punto di informazione e erogazione di consigli per tutti coloro che desiderano acquisire informazioni puntuali sulla vaccinazione e sull’influenza. E’ possibile richiedere attraverso il servizio “esperto on-line” consigli su come prepararsi alla stagione influenzale e supporto per indirizzarsi al proprio medico o allo specialista di riferimento.“La stagione influenzale in termini di stime potrà colpire circa 6 milioni di persone – afferma il professor Fabrizio Pregliasco, Virologo, direttore scientifico di Osservatorio Influenza, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi – E’ importante prepararsi all’inverno proteggendosi con il vaccino anti-influenzale. Purtroppo ancora oggi è necessario fare informazione per educare la popolazione, soprattutto le categorie a rischio, a ricorrere alla vaccinazione. Le domande arrivate in questi anni al sito Osservatorio Influenza evidenziano ancora il bisogno di spiegare in cosa consiste il vaccino, perché è opportuno eseguirlo, come gestire persone che sono fragili già a causa di altre malattie”.L’informazione passa anche attraverso una corretta comprensione di cosa si intende per influenza e cosa per patologie parainfluenzali. Spesso l’efficacia della vaccinazione viene messa in discussione per una mancata conoscenza delle differenze tra i virus che sono protagonisti dell’influenza e che la vaccinazione contrasta, e i virus (ne esistono oltre 250) responsabili di forme simil-influenzali che hanno sintomatologie diverse e che spesso vedono protagoniste le alte vie respiratorie (tosse raffreddore e mal di gola).L’influenza vera e propria si manifesta con febbre alta oltre i 38°, dolori osteoarticolari/muscolari insieme a tosse, raffreddore naso che cola, mal di gola. Inoltre si protrae, se non si manifestano complicanze, dai 5 ai 7 giorni. Anche la convalescenza o la ripresa dopo la fase acuta, richiede qualche giorno allontanando la ripresa delle normali attività quotidiane.La vaccinazione influenzale agisce da difesa e da barriera alla diffusione del virus. Raggiungere le coperture indicate dal Ministero della Salute significa impattare sull’abbattimento del rischio di complicanze, che possono portare nei casi più gravi al decesso, e sulla salute della popolazione in generale.
Fonte: Askanews.it

Mirone, Fondazione Pro: "Dieci regole per prevenirlo"

Sono 37mila, secondo le ultime stime AIOM (Associazione Italiana Oncologia-Medica), i nuovi casi di cancro alla prostata diagnosticati nel 2019. La patologia si conferma tra i primi 5 tumori più diffusi in Italia, nella classe 50-69 anni e negli ultrasettantenni raggiunge la prima posizione in classifica. Il tumore della prostata mostra l’incidenza più alta in Valle d’Aosta (159 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (86 casi per 100.000 abitanti). Più in generale, la patologia evidenzia un netto calo dell’incidenza in Italia (-1,4% annuo) legato soprattutto al minor utilizzo del PSA come test di screening. Un calo che si registra in tutte le regioni, in maniera significativa in Friuli (-8,3%), Liguria (-4%), Alto Adige (-4,7%) e Sardegna (-3,8%).“Il cancro alla prostata – commenta Vincenzo Mirone, presidente della Fondazione Pro, unica in Italia dedicata esclusivamente alla salute maschile – è noto anche come killer silenzioso. Il calo dell’incidenza registrato dall’Aiom è una buona notizia ma è fondamentale non abbassare la guardia.La prevenzione resta lo strumento più importante per contrastarlo. La Fondazione Pro è impegnata ogni giorno nella diffusione della cultura della prevenzione, attraverso azioni e campagne di sensibilizzazione e attraverso le attività della nostra Unità mobile, nata proprio per portare la prevenzione tra la gente”.La Fondazione Pro ha stilato il decalogo per la salute maschile: 1. Effettuare, almeno una volta l’anno, una visita urologica di controllo dai 50 anni 2. Seguire uno stile di vita equilibrato 3. Usare con moderazione cibi e bevande come birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, superalcolici, caffè, cioccolato, formaggi grassi, pesci grassi (anguilla, tonno, sgombro), frutti di mare, crostacei (gamberi, aragosta) 4. Preferire cibi contenenti sostanze antiossidanti 5. Bere almeno 2 litri d’acqua al giorno 6. Regolarizzare la funzione intestinale 7. Mantenere un’attività sessuale regolare 8. Evitare di praticare il coito interrotto 9. Praticare attività fisica 10.Moderare l’uso dei mezzi a due ruote.
Fonte: Askanews.it

Su Nature Neuroscience studio dell'Università di Cagliari

Un nuovo studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Cagliari e guidato da Miriam Melis, in collaborazione con l’Accademia delle Scienze Ungheresi a Budapest e l’Università del Maryland a Baltimora, rivela come l’uso durante la gravidanza della cannabis e l’esposizione al suo principale componente psicoattivo – il THC – modifichi il sistema dopaminergico della prole e la renda suscettibile ai suoi effetti psicotici durante la preadolescenza.Questo studio, che esce oggi sulla prestigiosa rivista internazionale “Nature Neuroscience”, grazie a un approccio multidisciplinare ha svelato importanti modificazioni delle aree cerebrali responsabili della gratificazione nei giovani ratti, i quali mostrano una maggiore vulnerabilità agli effetti di una sola esposizione al THC a un’età in cui i giovani cominciano a sperimentarla. Lo studio, iniziato nei laboratori del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari nel 2014, ha visto successivamente il coinvolgimento dei due centri di ricerca internazionali ed è finanziato dal prestigioso ente americano National Institute on Drug Abuse: mostra come l’uso di una droga considerata “leggera”, se assunta durante la gravidanza modifichi la regione cerebrale importante per le emozioni, il piacere e diverse funzioni cognitive, così come fanno cocaina e l’alcol. Un’evidenza molto importante perché – con la crescente legalizzazione della cannabis e la diffusa percezione di una sua sostanziale innocuità – la cannabis è la droga illegale più usata nel mondo dalle donne incinte, a volte assunta come rimedio per le nausee mattutine o per l’ansia.Gli autori dello studio sperano quindi che la loro scoperta aiuti il processo di consapevolezza riguardo le conseguenze negative sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino. D’altronde gli studi dimostrano come rispetto ai loro pari questi bambini siano iperattivi, disattenti, più impulsivi e più suscettibili alle psicosi. Non sorprende quindi gli autori che anche lo sviluppo del loro sistema dopaminergico sia alterato. Nello stesso studio, gli autori sono stati in grado di correggere le modificazioni cerebrali, a livello sia cellulare sia comportamentale, riuscendo a proteggere i piccoli esposti durante la gestazione al THC dai suoi effetti detrimenti con un farmaco che attualmente è approvato dalla agenzia americana del farmaco (la Food and Drug Administration) in diversi studi clinici per il trattamento della schizofrenia, del disturbo bipolare e dei disturbi psichiatrici associati all’uso di cannabis.
Fonte: Askanews.it

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